La storiografia è una disciplina scientifica che si occupa di descrivere la storia dell umanità in greco historiographìa
Storiografia

La storiografia è una disciplina scientifica che si occupa di descrivere la storia dell'umanità (in greco historiographìa, da historìa, "storia", e graphè, "descrizione") attraverso le varie forme di interpretazione, trattazione e trasmissione di fatti e accadimenti della vita degli individui e delle società del passato storico. Con il termine storiografia si indicano anche tutte le opere storiche relative a uno specifico periodo o che si riferiscono a un definito argomento o scritte in osservanza a un determinato metodo.

Storia e storiografia
Nell'uso corrente il termine storia viene usato indifferentemente per designare due insiemi che in realtà hanno significati diversi e per alcuni aspetti opposti. Per non cadere in questo equivoco, occorrerebbe distinguere la storia - propriamente detta, che è un insieme di fatti accaduti (res gestae) - dalla storiografia, che è un insieme di forme di scrittura e interpretazione di quei fatti. Per loro natura la storia è oggettiva mentre la storiografia è soggettiva, dal momento che di uno stesso fatto si possono dare diverse interpretazioni.
Definizione di Storia
Con il termine di "Storia", nella sua più ampia accezione, si intende il complesso di tutte le vicende e trasformazioni accadute, note ed ignote, che si sono verificate nell'ultima piccolissima parte del passato. La Storia, infatti, non corrisponde a tutto il passato compreso tra la supposta origine dell'Universo (o della Terra) e il presente (13, 7 miliardi di anni), ma a quella sua piccola frazione (circa 50 000-100 000 anni) in cui si è avuta la presenza umana su questo pianeta: la Storia si occupa del passato dell'umanità e non del passato dell'Universo. Per capirne le proporzioni, se tutto il passato corrispondesse a 24 ore, la Storia occuperebbe solo gli ultimi 6 decimi di secondo.
Si deve anche tenere presente che il termine "Storia" ha due accezioni diverse: da una parte esso indica tutto il passato dell'umanità, compresa la Preistoria, dall'altra solo il tempo successivo all'invenzione e all'uso della scrittura. La durata dei due periodi non è comparabile: la Preistoria è la parte preponderante del passato dell'uomo. Tener presente questa doppia accezione del termine "Storia" è necessaria perché altrimenti si cadrebbe nel comune errore di credere che la Storia inizi con l'invenzione della scrittura, che in realtà è solo il passaggio tra Preistoria ed Età Antica.
L'importanza attribuita all'invenzione della scrittura è dovuta alla considerevole differenza tra lo studio del passato condotto attraverso la lettura delle testimonianze scritte, comprese quelle degli autori e degli storici antichi che raccontano le vicende del loro stesso tempo, e quello condotto attraverso l'interpretazione degli oggetti, unica possibilità per ricavare dati utili a descrivere i processi preistorici.
Confondendo le due accezioni del termine, si escluderebbero dalla Storia non solo la Preistoria, ma tutti i popoli e tutti coloro che per millenni non hanno utilizzato la scrittura. In proposito, è celebre tra gli storici la metafora di Marc Bloch: "Lo storico è come l'orco della fiaba: là dove fiuta odore di carne umana, là sa che è la sua preda." Tutto il passato dell'umanità è dunque oggetto dello studio dello storico e non solo delle civiltà che utilizzarono la scrittura.
La storia così intesa come insieme di eventi, è oggettiva, dato che tutti i fatti, noti e ignoti, che la compongono, cambiano la realtà precedente e sono irreversibili e irripetibili.
Volendo suddividere i fatti che la compongono, si possono individuare:
- gli eventi: avvenimenti di breve o brevissima durata che il più delle volte hanno un'incidenza limitata, ma che a volte possono avere anche portata e ripercussioni molto persistenti (terremoti, cataclismi, grandi battaglie);
- i fenomeni: andamenti che si svolgono durante periodi più lunghi, estesi almeno nell'arco di una generazione. Tendenze e svolgimenti di portata ampia che si svolgono prevalentemente in campo economico, sociale, demografico, culturale;
- le evoluzioni: trasformazioni di lunghissima durata e portata amplissima. Si estendono oltre le singole epoche storiche e a volte risalgono anche a tempi precedenti alla comparsa dell'uomo (mutazioni astronomiche, geologiche, climatiche, ecc.).
La storia procede per processi di trasformazione, o evolutivi, attraverso una transizione continua, in cui evoluzioni, fenomeni ed eventi, motivazioni e accidentalità, fattori ambientali e umani, contrasti e coincidenze si intrecciano, si urtano, rimbalzano, si deformano, scompaiono e riappaiono, influenzati da rapporti di causalità, come dalle perturbazioni della causalità e si attuano secondo svolgimenti previsti e imprevedibili. Tutto ciò confluisce a formare delle congiunture, in altre parole quelle combinazioni eterogenee di situazioni e di fatti che, proprio per la loro complessità interna sono irripetibili. Ogni periodo della storia può essere visto come la combinazione di un'ampia gamma di concomitanti condizioni, circostanze, fattori, andamenti e variazioni di origine remota, recente o contemporanea.
Definizione di storiografia e di conoscenza storica
La storiografia, cioè la descrizione dei fatti nella storia, è l'insieme di tutte le forme e maniere di interpretare, trasmettere, studiare e raccontare i fatti accaduti, cioè la storia propriamente detta. Dato che ogni considerazione, ricerca ed esposizione su ciò che è avvenuto deriva da interpretazioni personali, influenzate e condizionate dal clima culturale e politico in cui opera l'interprete, la storiografia è soggettiva, parziale e provvisoria. Anzi siccome ogni persona tra i miliardi di quelle viventi dispone di una personalità unica e irripetibile che ricorda, filtra e interpreta i fatti e le notizie in maniera propria e peculiare, si può affermare che di ogni fatto possono esistere tante interpretazioni storiografiche quanti sono gli esseri pensanti che lo prendano in considerazione, anche se è agli storici che si delega il compito di fornire le esposizioni più fondate e attendibili. La differenza tra storia e storiografia è quindi analoga a quella che c'è tra un fatto e il suo ricordo, tra vivere una vicenda e raccontarla. Dopo che si è attuata nei suoi tempi, nei suoi modi e con i suoi effetti oggettivi, se ne ricorda e se ne riporta solo una sintesi nella quale del reale svolgimento rimangono alcune immagini, sensazioni e prospettive, selezionate e compresse dalla nostra memoria e dalla nostra interpretazione in maniera del tutto personale e soggettiva.
Data la sua relatività, la storiografia non può produrre verità storiche, o meglio storiografiche, inamovibili e assolute, dovendosi parlare sempre di ricostruzioni, interpretazioni e conoscenze più o meno attendibili, che rimangono comunque sempre parziali e provvisorie.
Dalla storiografia deriva la conoscenza storica che può essere individuale, quando deriva dalla ricerca, dalla didattica, dall'apprendimento e dalla divulgazione, o collettiva, che deriva dalle capacità del sistema scolastico e dei mass media.
Dalla conoscenza storica dipendono la sensibilità e interesse per il Patrimonio dato dai beni ambientali e storico/artistici.
La periodizzazione
Uno delle operazioni fondamentali della storiografia è sempre stata la periodizzazione, ossia la suddivisione convenzionale della storia dell'umanità in periodi di tempo, ciascuno contraddistinto da una serie di caratteri originali tali da renderlo individuabile rispetto alle fasi storiche immediatamente precedenti e successive. Ogni periodo di tempo così individuato è compreso tra due eventi significativi che ne segnano l'inizio e la fine.
Nonostante il suo carattere semplificatorio e inevitabilmente convenzionale, quella della periodizzazione resta un'operazione di importanza fondamentale nelle discipline storiche, dal momento che consente di "pensare" in termini schematici il passato e di facilitare la collocazione temporale di un evento. Inoltre la didattica della Storia spesso trova grande giovamento nel suddividere la storia in periodi definiti convenzionalmente, alla pari con altre discipline storiche, come la geologia e la paleontologia. La periodizzazione della Storia serve a dare un senso al passato e a non vederlo come una semplice successione di eventi.
Le fonti
Alla base della conoscenza della storia ci sono le fonti, cioè le impronte lasciate dai fatti sotto forma di manufatti, tracce, testimonianze, documenti e resti. Tutte le azioni umane e tutti i fenomeni naturali producono risultati concreti che ne divengono gli attestati; pertanto ogni essere vivente e ogni oggetto è fonte di conoscenza sugli eventi e sulle eventuali volontà che l'hanno generato e trasformato e quindi oltre che sulla sua origine, anche sulle sue motivazioni, sulla sua funzione e sui suoi contatti.
La denominazione di fonte, col suo richiamo implicito allo sgorgare, al venire alla luce e al manifestarsi dell'acqua, è particolarmente efficace per indicare queste impronte del passato. Come l'acqua sorgiva può scorrere sotterranea prima di apparire, così le fonti delle conoscenze storiche possono rimanere a lungo ignote e occultate prima di rivelarsi o essere ritrovate. Infatti esse non sono sempre rimaste note e; soprattutto tra quelle di origine più remota molte sono state perdute o nascoste o trascurate e ricompaiono o si manifestano solo in seguito al loro ritrovamento o al loro riconoscimento. A volte e sempre in maggior misura la scoperta di nuove fonti o di loro particolari aspetti prima trascurati è frutto dello sviluppo dei metodi e degli strumenti di ricerca e delle tecnologie di analisi.
Le fonti possono essere considerate le radici e i puntelli delle ricerche storiche, poiché la loro disponibilità è essenziale, ma non si traduce automaticamente in notizie e informazioni certe. Perché se ne possano dedurre conoscenze affidabili si rende necessaria un'opera di analisi e di decifrazione, dato che spesso si mostrano con un'apparenza ingannevole. Quella di saperle interpretare scoprendo ciò che di reale si nasconde dietro la loro facciata è una delle sfide più ardue che chi svolge ricerche storiche deve affrontare. Pertanto, ogni oggetto, scritto o traccia può divenire testimonianza e rivelare informazioni attendibili solo in ragione delle capacità del suo interlocutore di osservarla e di interrogarla. Tale capacità si persegue attraverso la critica, tesa ad accertare cosa la fonte può o non può rivelare, e l'esegesi, cioè la decodifica, l'interpretazione, l'esposizione e il commento dei suoi contenuti.
Da quanto affermato appare evidente che sono da considerare fonti non soltanto quelle scritte - come a volte si suppone - ma anche l'infinita varietà delle altre impronte del passato. Quelle scritte insieme a quelle cartografiche sono generalmente raccolte negli archivi pubblici e privati, civili ed ecclesiastici. Tra quelle di altra natura, alcuni oggetti e resti di particolare pregio, rarità e valore documentario sono conservati nei musei. Occorre però ricordare che abbiamo continuamente sotto gli occhi fonti ed archivi che non sono racchiusi e delimitati in alcuna sede preposta. Ogni persona e ogni paesaggio è un concentrato di fonti della sua storia. Si può affermare che il mondo intero è una grande raccolta di fonti e che pertanto ciascun ambiente, paesaggio e territorio è fonte, archivio e museo della sua storia. Le indagini storiche possono essere paragonate alle composizioni di mosaici ed essere tanto più complete e attendibili quanto più ampia è la disponibilità di notizie. Ma dato che le fonti non sono presenti in ugual misura per tutte le epoche della storia, cambia di conseguenza anche il lavoro e l'atteggiamento degli storici nei loro confronti. Per i tempi più recenti l'abbondanza delle fonti, pur consentendo ricostruzioni più particolareggiate, obbliga a selezionarle preventivamente con un lavoro di scelta che implica già un'interpretazione. Man mano si retrocede nel tempo divengono sempre più rare e oscure lasciando ampi vuoti e crescenti dubbi e costringendo i ricercatori ad attingere a indizi e sintomi, a ricorrere ad analogie, congetture e deduzioni, o addirittura a proporre ricostruzioni prevalentemente ipotetiche e indiziarie.
Metodologie storiografiche
Le metodologie storiografiche sono costituite dai metodi di indagine, di interpretazione e di esposizione delle ricerche storiche. Le grandi discriminanti sono il rapporto con le fonti e il loro uso. Alcuni storici se ne avvalgono in maniera diretta e pertanto sono più attendibili; altri preferiscono disquisire sulle interpretazioni dei loro colleghi conferendo maggior peso al proprio pensiero.
Storia nota e ignota
La storia può essere indagata attraverso le tracce che hanno lasciato i suoi fatti: le fonti. Ogni cosa corporea e è fonte delle vicende che l'hanno generata e può essere interpretata. Noi stessi siamo fonti storiche. I nostri comportamenti e la nostra cultura sono frutto di una lunga evoluzione che risale ai primi esemplari della nostra specie; se fossimo in grado di interpretare il nostro patrimonio genetico tramandato nelle varie generazioni, vi potremmo leggere moltissime informazioni sul nostro passato. Se la storia è costituita da quel minimo frammento passato in cui è stata presente l'umanità, dobbiamo constatare che di questa parte così ridotta conosciamo solo una piccolissima porzione. È per questo che è utile distinguere la storia nota, che è molto limitata, da quella ignota, che è invece costituisce la stragrande porzione dell'intera storia. La storia ignota è tale o per la perdita delle sue tracce, per occultamenti volontari e involontari, o per la nostra incapacità di leggerne le fonti. Ogni volta che si recupera un reperto archeologico o che si rintraccia un documento perduto o che si utilizzano nuove tecniche per leggere le fonti si ha l'occasione di ampliare le nostre conoscenze su quanto ancora non sappiamo della nostra storia, ma sapendo comunque che non riusciremo mai a riequilibrare il rapporto tra ciò che conosciamo e ciò che ignoriamo.
Finalità della storia
Si studia la storia per capire il presente e noi stessi. Si studia se stessi per capire la società, lo Stato, la civiltà nella quale si vive, anche, e soprattutto, in rapporto con il passato.
Nel momento in cui si nasce si eredita anche quella parte oscura che è il nostro passato, con cui mantiene legami tutto il nostro successivo agire. La storia può e deve integrarsi con le altre materie scientifiche attraverso studi interdisciplinari, allo scopo di illuminare il più possibile il nostro percorso evolutivo.
È la mancanza d'identità, vale a dire il difetto di conoscenza delle proprie radici, a portare l'intolleranza, che è alimentata inoltre dalla mancanza di una corretta conoscenza della storia degli altri, dell'altrui punto di vista e dello spirito di accettazione delle alterità.
Storia della storiografia
Tutte le interpretazioni dei fatti non possono che essere diverse, non solo perché personali e soggettive, ma anche perché a loro volta influenzate dai diversi punti di osservazione o di vista, cioè dai contesti culturali che si differenziano nello spazio e nel tempo (ad esempio: nello spazio, per le diverse aree geopolitiche attuali; nel tempo, per le correnti di pensiero e i contesti ideologici che si sono succeduti). Per questo è possibile tracciare una storia della storiografia.
Storiografia antica
Chi era lo "storico" antico? Era uno che descriveva e raccontava quello che aveva visto e sentito personalmente o indirettamente: fatti, vicende e popoli. Il punto di vista della prima storiografia era costituito quindi dal “presente”: solo successivamente l’attenzione dello storico cominciò a orientarsi anche verso il passato, ricostruito in qualche modo attraverso le memorie e i documenti, le tracce. Naturalmente la storiografia “scientifica” era cosa ben diversa dalla mitologia, che già conteneva riferimenti al passato più o meno lontano: lo storiografo non era il poeta, e quindi cercava di spiegare “perché” erano avvenuti determinati fatti, individuando le “cause” remote degli eventi accaduti nel presente.
Le singole vicende furono dunque inquadrate in un contesto logico-cronologico coerente e interdipendente, fondato soprattutto sul rapporto di causa-effetto. Gli elementi mitici e leggendari furono esclusi dalla trattazione storica. Anche lo strumento espressivo era diverso: gli storici scrivevano solo in prosa, il verso era ormai superato e ritenuto inadeguato allo scopo. Per gli antichi scrivere storia significava tramandare fatti realmente accaduti badando non solo a registrare gli eventi, ma a individuare le connessioni, i rapporti di causa, e possibilmente ricavandone un insegnamento. Al di là di questo intento di base abbastanza generico, che può valere anche per la storiografia di altri periodi, alcuni elementi caratterizzano più specificamente la storiografia antica:
- l'esigenza del discernimento, che portava a selezionare i fatti importanti, da tramandare, da quelli secondari e a distinguere le cause vere dai pretesti e dalle cause occasionali;
- l'aspirazione alla veridicità e all'imparzialità in quanto condizioni per una ricostruzione fedele degli eventi; solo per i discorsi dei personaggi era ammessa una ricostruzione approssimativa (non quello che essi avevano detto, ma quello che essi avrebbero potuto dire);
- l'impostazione pragmatica, cioè fondata sulla concretezza dei diversi fatti militari, strategici, politico-istituzionali, ecc.;
- la documentazione, che poteva derivare dalla testimonianza diretta (in greco autopsia, "il vedere da sé"), dallo studio dei documenti, dalla conoscenza delle dinamiche politiche;
- la patina letteraria, tanto che lo scritto di storia era inteso come opus oratorium maxime (Cicerone), nel senso che il racconto si snodava in una prosa d'arte che, accanto ad un utile insegnamento, doveva anche offrire un piacevole intrattenimento letterario;
- l'interesse per i personaggi, cioè il cosiddetto metodo prosopografico (dal greco pròsopon, "faccia", e gràpho, quindi "notizia di personaggi") che privilegiava le imprese di pochi protagonisti trascurando perlopiù le condizioni economiche e sociali, la mentalità popolare, la vita quotidiana;
- l'idea che la storia sia magistra vitae in quanto consente di fare previsioni per il futuro sulla base di quello che è accaduto in precedenza: gli antichi infatti, avendo una concezione circolare del tempo, ritenevano che la storia si ripetesse e quindi l'uomo potesse trarre dagli esempi del passato una lezione su come comportarsi in analoghe circostanze. Quindi l'attività dello storico doveva avere anche lo scopo di far emergere l'insegnamento della storia.
Le origini della storiografia: Erodoto e Tucidide

Se i primi passi nel campo storiografico avvengono tra la fine del VI e l'inizio del V secolo a.C. dalle ricerche geo-etnografiche o genealogiche dei primi logografi (tra cui il più famoso fu Ecateo di Mileto), la storiografia greca raggiunse la piena dignità con l'opera di Erodoto di Alicarnasso (V secolo a.C.), fin dall'antichità considerato il vero padre della storia.
Durante i conflitti con l'Impero Persiano viene a costruirsi dentro l'ecumene greca una identità comune che si basa principalmente su una costruzione politica antitetica a quella delle monarchie orientali. Da ciò ne scaturisce una consapevole riflessione sulle vicende del popolo greco, nei suoi rapporti col mondo barbarico (essenzialmente l'Impero achemenide), ma anche nella dinamica dei suoi rapporti interni.
In Erodoto il peso della tradizione logografica si fa ancora sentire, specialmente nella prima parte dell'opera, nell'impostazione per singoli lògoi, cioè per sezioni su base etnica e territoriale, anche se essa appare contemperata dall'esigenza di presentare un evento come le guerre tra Greci e Persiani (combattute fra il 490 ed il 478 a.C.) nel contesto di una visione generale dell'uomo e della storia. Un primo enunciato di metodo si incontra nel proemio delle Storie:
In questo breve proemio, la comparsa del termine historìes (da connettere con la radice id- di "vedere", il cui perfetto òida assume il significato di "ho visto", quindi "conosco", "so") rende l'idea di una ricerca condotta in preparazione dell'opera: una ricerca che poteva abbracciare avvenimenti, tradizioni etnografiche, resoconti di viaggi, notizie geografiche, ma che, per il fatto stesso di sussistere, prendeva le distanze dall'oralità dei rapsodi e dei poeti lirici. Anche i rapsodi ed i poeti erano animati dal desiderio di non lasciare che si oscurasse la fama delle gesta compiute, ma la memoria collettiva tramandata da Erodoto è frutto di una indagine razionale che, pur non escludendo la dimensione religiosa del mito, pur registrando tradizioni e notizie stravaganti, ha messo in salvo una quantità enorme di preziosi materiali che costituiscono ancora oggi la fonte principale per lo studioso delle guerre persiane.
Di questa attitudine documentaria apparirà consapevole Erodoto stesso, quando, dopo aver presentato le origini mitiche del conflitto tra i greci e popoli dell'Asia, esprimeva una prima professione di imparzialità nel narrare gli avvenimenti:

Il definitivo superamento della tradizione logografica si ebbe, alla fine del V secolo a.C., con le Storie che l'ateniese Tucidide dedicò ai primi vent'anni alla guerra del Peloponneso (431-411 a.C.), facendovi precedere una breve sintesi della più antica storia del mondo greco (la cosiddetta archeologia) e un'ampia trattazione delle cause del conflitto, attraverso una dettagliata indagine del cinquantennio precedente. Tucidide si proponeva di ricostruire, attraverso un'indagine molto rigorosa, i fatti nella loro effettiva realtà, escludendo il favoloso e il soprannaturale e rifiutando programmaticamente ogni abbellimento retorico, fatta eccezione per discorsi fittizi, nei quali cercò di ricostruire il senso generale delle parole effettivamente pronunciate. In questo modo egli fondò la cosiddetta storiografia pragmatica, che non intendeva fornire semplicemente un'interpretazione del passato, ma, pretendendo di avere individuato una serie di costanti nella natura umana e nel suo operato, si autoproclamava un'acquisizione per sempre, ossia un mezzo valido per comprendere ogni realtà futura e agire di conseguenza. Il V secolo a.C., il secolo della "rivoluzione culturale" della Grecia antica, fu il secolo in cui si affermò pienamente lo spirito razionalistico e scientifico della cultura greca. In questo contesto si collocò anche la nascita della scienza storiografica, i cui fondatori sono considerati unanimemente Erodoto e Tucidide.
Gli studiosi successivi hanno colto differenze e affinità tra i due "padri della storiografia": ad esempio, era comune a entrambi l’attenzione prevalente verso il presente o verso il passato prossimo e inoltre tutti e due tendevano ad individuare le cause delle vicende storiche nelle volontà e nelle passioni degli uomini. Soprattutto i grandi uomini, nel bene o nel male, facevano la storia, che svelava quindi la natura umana. Ciò che li differenziava era invece una certa attitudine di Erodoto a servirsi ancora dei racconti e degli elementi poetici e mitologici e a giudicare i fatti sulla base di criteri etici, mentre Tucidide appariva più “moderno”, nel senso che mirava a raggiungere una maggiore “oggettività” e imparzialità di giudizio. Un merito indiscusso della storiografia greca fu inoltre quello di ampliare le conoscenze etniche, culturali e geografiche dei greci: le ricerche storiche infatti superarono i ristretti confini del mondo greco e rivelarono l’esistenza di altri popoli e civiltà.
L'età classica
Tutta la storiografia successiva si muove nel solco tracciato da Erodoto e Tucidide. A Erodoto (senza peraltro condividerne la curiosità antropologica) si richiamava formalmente, per la presenza di singoli excursus sui popoli stranieri venuti a contatto con la grecità, Eforo di Cuma, autore di una storia generale del mondo ellenico ampiamente basata sulla compilazione di fonti precedenti, della quale possediamo solo frammenti. Diversi autori scrissero storie del mondo greco che si ponevano consapevolmente come continuazione dell'opera storica di Tucidide, bruscamente interrotta al 411, in pieno svolgimento della guerra del Peloponneso: nacquero così le Elleniche di Senofonte e quelle, per noi perdute, di Teopompo di Chio che narravano rispettivamente gli eventi dal 411 al 362 a.C. e dal 411 al 394 a.C.; di autore anonimo sono le cosiddette Elleniche di Ossirinco (dal nome della località egiziana del ritrovamento papiraceo che le ha parzialmente restituite), la cui parte conservata concerne l'anno 396/395 a.C.
Nella sua vasta e poligrafica attività letteraria, Senofonte diede vita anche ad altri filoni storiografici o di genere affine alla storiografia: con l'Anabasi, resoconto dell'avanzata all'interno dell'Asia, e della successiva avventurosa ritirata, di un esercito di mercenari greci di cui Senofonte stesso si trovò ad assumere il comando, egli creò il genere della memorialistica militare, che eserciterà un incerto influsso sui Commentarii cesariani; con la Ciropedia, biografia romanzata e agiografica di Ciro il Grande, fondatore dell'impero persiano, presentato come modello di monarca ideale, diede vita alla storia romanzata e con l'Agesilao, re spartano pure vagheggiato come modello, creò l'archetipo della biografia encomiastica. Con le Storie filippiche di Teopompo, che esponevano gli eventi del mondo greco dal 359 al 336 a.C. ponendo al centro dell'interesse la figura di Filippo II, re di Macedonia), nasce la monografia storica, incentrata su una singola personalità e di conseguenza su un limitato periodo di tempo. Con il riassunto, dovuto allo stesso Teopompo, delle Storie di Erodoto, prende corpo il filone dell'epitome, destinato a grande successo:)
L'età ellenistica
La fase più antica della storiografia ellenistica concentrò la sua attenzione sull'impresa orientale di Alessandro Magno, sul disfacimento del suo impero, sulla conseguente formazione delle monarchie greco-macedoni e successivamente sulla storia dei loro rapporti (per esempio Clitarco di Alessandria, Ieronimo di Cardia, Duride di Samo, Filarco di Atene). La storiografia di questo periodo, in buona parte perduta, appartiene in prevalenza al filone patetico o drammatico: essa mirò a suscitare nel lettore intense emozioni attraverso artifici (come gli imprevisti, le peripezie, i colpi di scena) paragonabili a quelli della tragedia classica. Questo tipo di rappresentazione tragica degli avvenimenti caratterizzò tanto la storiografia incentrata sulla figura di Alessandro Magno, quanto quella successiva, che andava spostando il proprio baricentro verso Occidente, in quanto diventava ormai inevitabile fare i conti con una nuova potenza e con la sua rapida ascesa: Roma aveva cominciato ad affacciarsi sullo scenario del Mediterraneo.
Storiografia romana
Quando, al volgere del III secolo a.C., a Roma si cominciò a sentire l'esigenza di ricostruire (e di esaltare) il proprio passato nelle forme dell'indagine storica, la storiografia greca aveva ormai alle proprie spalle tre secoli di tradizione. Ma già ai tempi di Polibio, mentre scriveva le sue Storie, a sua volta la storiografia aveva da tempo fatto il suo ingresso nella letteratura latina. Era inevitabile, ad ogni modo, che i primi storici latini si confrontassero con i modelli greci - come del resto accadde negli altri generi letterari, vista la recenziorità della letteratura latina. I cosiddetti annalisti della prima generazione, Quinto Fabio Pittore e Lucio Cincio Alimento, se da un lato cercarono un modello strutturale nella tradizione indigena degli Annales pontificum (o Annales maximi), cioè nelle cronache annualmente compilate e affisse a cura del pontefice massimo (il presidente del collegio sacerdotale dei pontefici) per informare la comunità sui principali avvenimenti, dall'altro non si limitarono a desumere dagli storici greci l'interesse per la ricerca delle cause o la datazioni per olimpiadi o una serie di notizie sulla storia stessa di Roma, ma si spinsero fino a utilizzarne la lingua. La rinuncia alla creazione di un linguaggio storiografico latino può essere stata determinata da un senso di frustrazione di fronte al secolare prestigio della storiografia greca, ma anche e soprattutto dal desiderio di farsi capire, attraverso l'uso di una sorta di lingua franca della cultura, dal consesso internazionale degli intellettuale, e cioè in sostanza dal mondo greco o ellenizzato, nel quale proprio sullo scorcio del III secolo a.C. si era fatto sempre più forte l'interesse per Roma e la sua storia, ma andava anche crescendo la diffidenza verso la nuova potenza. In particolare, Quinto Fabio Pittore nella sua opera intendeva controbattere, secondo Polibio, l'interpretazione filocartaginese della sua prima guerra punica che era stata fornita dallo storico greco Filino di Agrigento.
Quinto Fabio Pittore e Lucio Cincio Alimento furono entrambi attivi al tempo della seconda guerra punica: dopo la rotta di Canne (216 a.C.), Fabio capeggiò, forse in ragione della sua dimestichezza col greco, la delegazione inviata a consultare l'oracolo di Apollo a Delfi; Cincio, pretore nel 210 in Sicilia, fu poi catturato da Annibale. Entrambi scrissero in greco una storia di Roma dalle origini leggendarie e dalla fondazione (che posero rispettivamente nel 747 e nel 729 a.C.) fino all'età contemporanea, cioè fino alla seconda guerra punica, inserendo anche riferimenti autobiografici (come poi farà lo stesso Catone) ed esponendo i fatti anno per anno. L'opera di Fabio, indicata dalle fonti come Annales, trattava più dettagliatamente il periodo più antico e quello più recente della storia di Roma ed era volta ad esaltare, attraverso le figure dei suoi eminenti rappresentanti, il ruolo avutovi dall'antichissima gens aristocratica dei Fabii, dando vita così a una storiografia individualista e filopatrizia, in cui la storia era vista come il prodotto di singole grandi personalità appartenenti alla nobilitas.

All'impostazione cronachistica, individualista e filopatrizia dei primi annalisti, nonché all'uso della lingua greca, si oppose vigorosamente, negli ultimi anni della sua lunga e operosa esistenza, Marco Porcio Catone, cui spetta il merito di aver fondato, con le Origines, una storiografia nazionale in lingua latina, in cui la storia di Roma era inserita nel contesto di quella dei popoli italici e vista come il risultato dell'agire di un'intera comunità. Con la storiografia di Catone nasceva un genere di importanza assolutamente fondamentale. Al ruolo di documentazione culturale che è proprio di tutti gli altri generi letterari la storiografia aggiunge infatti un valore specifico, nel senso che proprio agli scritti degli storici noi dobbiamo la conoscenza dell'antichità. Ebbene, questo filone interrotto che dall'età arcaica giunge alla tarda antichità fa capo proprio a Catone, il cui esempio fu assolutamente determinante sul piano della lingua: dopo i lui, i cosiddetti annalisti della seconda generazione o annalisti di mezzo, attivi nella seconda metà del II secolo a.C., rinunciarono infatti definitivamente a scrivere in greco.
Tra la fine del II e la prima metà del I secolo a.C., per quanto il tradizionale modello annalistico delle storie generali continuasse a mostrarsi vitale (sono di questo periodo gli Annales di Claudio Quadrigario e di Valerio Anziate), si manifestò una tendenza a ridurre la trattazione entro limiti cronologici o temetici più ristretti, anche inaugurando nuove forme di narrazione storica, come quella dei commentarii - a metà strada tra autobiografia, memorialistica e storiografia - che trovarono la migliore espressione in Cesare, o come le monografie tematiche di Sallustio.
Storiografia medievale
Storiografia rinascimentale

Gli storici rinascimentali, tra i quali furono insigni Flavio Biondo (nel XV secolo), Machiavelli e Guicciardini (nel XVI secolo), abbandonarono la visione medievale legata a un concetto di tempo segnato dall'avvento di Cristo, per sviluppare un'analisi degli avvenimenti concepita laicamente, con un atteggiamento critico verso le fonti. La storia divenne una branca della letteratura e non più della teologia e si rifiutò la convenzionale divisione cristiana che doveva avere inizio con la Creazione, seguita dall'Incarnazione di Gesù e dal Giudizio finale. La visione rinascimentale esaltava invece il mondo greco-romano, condannando il Medioevo come un'era di barbarie e proclamando la nuova epoca come era di luce e di rinascita del mondo classico.
La storiografia nell'età della Controriforma
Se la storiografia rinascimentale mantenne un tono prevalentemente retorico e moralistico-pedagogico, con l'avvento del tacitismo si fece strada un nuovo gusto della storia, dominato da un’intensa meditazione politica. «Il nuovo atteggiamento poneva come fine ultimo alla storia, la «prudenza»: metteva ossia la lettura delle storie a fondamento di una politica non utopistica, ma induttiva e storica, funzionalizzando totalmente la verità della storia alla verità politica (la conoscenza della vera tecnica di governo dei principi). Di conseguenza, lo storico dovendo narrare «non verba, sed res gestas, ex quibus oritur prudentia», meno gradito riusciva al nuovo gusto l'uso di concioni. Il tacitista Ducci giudicava, infatti, «oziose» molte orazioni guicciardiniane, «etsi prudentiae policiae plenas» (ma tosto temperava: «multas quoque necessarias et valde historice»); lodava invece incondizionatamente la «discussio finium» delle azioni dei principi, fatta dal Guicciardini, secondo lui, spesso «diligenter, ac forte melius quam alius historicus». L'orientamento storiografico sviluppatosi da questo atteggiamento fece naturalmente gran posto all'insegnamento guicciardiniano, guardando alla Storia, nel fatto, come ad uno dei suoi più autorevoli modelli. Anticiceroniana, ossia antiletteraria e antiumanistica, caratterizzata da un interesse esclusivo alla «politica», la nuova storiografia ebbe un senso altissimo della serietà dell'impegno storiografico, del «decoro» della storia, da portarla a sdegnare, nelle scritture storiche, la «voluptas», l'elemento pittoresco e romanzesco e ad amare invece lo stile (come quello della Storia) grave e severo, senza inutili eleganze e civetterie rettoriche, stretto tutto ai fatti essenziali.»
Storiografia illuministica

Attraverso l'esame critico della storia, l'illuminista può riconoscere la continuità dell'opera della ragione e denunciare gli errori e le contraffazioni con cui erano state tramandate sino ad allora le vicende umane allo scopo di mantenere gli uomini nella superstizione e nell'ignoranza. Nella storia così come sinora veniva presentata
Pierre Bayle per primo si dedicherà nel suo Dizionario storico e critico (1697) alla compilazione di una «raccolta degli errori e delle falsità» da cui deve essere epurata la storia come fino ad allora è stata presentata. Egli è un minuzioso e preciso raccoglitore di fatti attestati da documenti e testimonianze così numerose che Ernst Cassirer (1874–1945) lo considera il fondatore dell'acribia storica.
Il criterio sommo dunque della ricerca, per lo storico neutrale, è quello di scoprire come vera storia quella che segna la vittoria della ragione sull'ignoranza e per questo dall'illuminismo viene condannato in blocco il medioevo come età di fanatismo e oscurantismo religioso mettendo da parte gli aspetti positivamente culturali di quel periodo.

La mutevolezza degli avvenimenti storici è solo apparente: al di là di queste differenze l'illuminista coglie il lento ma costante emergere sulla superstizione e l'errore l'elemento immutabile della ragione:
Per Lessing la storia, come ricerca della verità comincia solo con l'Illuminismo, tutto ciò che l'ha preceduta è una sorta di "pre-istoria".
Storiografia romantica
Nell'età del Romanticismo si ebbe un superamento della concezione illuminista della storia, a cui fu rimproverato di basarsi su un'idea della ragione astratta e livellatrice, che in nome dei suoi principi generici era giunta a produrre le stragi del Terrore della Rivoluzione francese. A quella i romantici sostituirono una «ragione storica», che tenesse conto anche delle peculiarità e dello spirito dei diversi popoli, a volte assimilati a degli organismi viventi, con una loro anima e una loro storia.
Le vicende della Rivoluzione francese e il periodo napoleonico avevano dimostrato che gli uomini si propongono di perseguire alti e nobili fini che s'infrangono dinanzi alla realtà storica. Il secolo dei lumi era infatti tramontato nelle stragi del Terrore e il sogno di libertà nella tirannide napoleonica. Dunque la storia non è guidata dagli uomini ma è Dio che agisce nella storia. Esiste una Provvidenza divina che s'incarica di perseguire fini al di là di quelli che gli uomini ingenuamente si propongono di conseguire con la loro meschina ragione.
«La storia umana appariva perciò guidata non dalla mente e dal volere dell'uomo, fosse pure il più alto genio, non dal caso, ma da una provvidenza che supera gli accorgimenti politici e che drizza a ignote mete la nave dell'umanità.»
Nel complesso, la polemica contro l'ugualitarismo e il cosmopolitismo illuministi assunse aspetti e caratteri diversi a seconda dei contesti, aspetti che tuttavia restarono intrecciati e difficilmente separabili in maniera netta. Vi fu da un lato una tendenza restauratrice, rivolta però non tanto al ripristino anacronista dell'Ancien régime, quanto al recupero di quelle tradizioni, religiose in particolare, ritenute patrimonio della coscienza collettiva. Significativa fu l'opera di De Maistre e altri autori, per i quali «la storia umana è diretta da una provvidenza che supera gli accorgimenti politici e che drizza a ignote mete la nave dell'umanità.»
In generale «s'identificò la storia della civiltà con la storia della religione, e si scorse una forza provvidenziale non solo nelle monarchie, ma sin nel carnefice, che non potrebbe sorgere e operare nella sua sinistra funzione se non lo suscitasse, a tutela della giustizia, Iddio: tanto è lungi dall'essere operatore e costruttore di storia l'arbitrio individuale e il raziocino logico».
D'altro lato, la stessa concezione provvidenziale della storia diede luogo ad altre tendenze che potremo definire liberali, per le quali i principi proclamati nel 1789 restavano validi, pur essendo da condannare gli esiti giacobini della Rivoluzione Francese.François-René de Chateaubriand in una sintesi esprimeva ad esempio l'esigenza di «conservare l'opera politica che è scaturita dalla rivoluzione» e «costruire il governo rappresentativo sulla religione». La libertà di religione fu ritenuta in particolare un antidoto basilare sia al dispotismo assolutistico, che all'anarchia rivoluzionaria.
Storiografia contemporanea
Von Ranke e la professionalizzazione della storia
Leopold von Ranke fu il fondatore del metodo che fu prevalente nella storia ufficiale sino agli anni sessanta del Novecento. Attenzione per le fonti documentarie, studio rigoroso dei fatti sulla base delle fonti e critica per le visioni positivistiche ed hegeliane furono il suo assetto principale. La dottrina metodologica ha il compito di mostrare i fatti come essi sono effettivamente apparsi, astenendosi dal proporre interpretazioni.
Fu critico nei confronti della filosofia della storia e in particolar modo dell'interpretazione proposta da Hegel, la quale escludeva la componente umana dalla storia, riconducendo al solo manifestarsi dell'idea nel mondo fenomenico il percorso storico, finalizzato al pieno affermarsi dell'idea stessa. Ranke, invece, si proponeva di ricondurre dal piano delle idee a quello dei fatti, connesse tramite una specifica correlazione. Secondo un legame immanente, l'idea non è indagabile a priori slegata dagli eventi, così come nella comprensione della storia non è possibile il passaggio dal particolare fenomenico all'universale dell'idea.
L'oggetto della storia non è possibile indagarlo né in senso positivista come somma dei semplici fatti, né per via strettamente speculativa, tramite concetti universali. Per Ranke, le dottrine dominanti in un determinato periodo non possono essere valide in eterno per considerare lo studio di periodi differenti. Le idee forti sono le tendenze dominanti in ciascun secolo, non si può tramite queste risalire ad un concetto generale della storia. La storia è da intendere come una continua tensione tra evento e idea, inscindibile l'uno dall'altro, particolare ed immanente in ciascun periodo essa si attui.
Burckhardt e la nascita della storia culturale
Lo studioso svizzero Jacob Burckhardt, critico nei confronti della moderna società industriale e contrario alle tendenze idealistiche e storicistiche dominanti nel mondo accademico dell'epoca, elaborò una particolare disamina storiografica, chiamata Kulturgeschichte (storia della cultura - cultura nel senso di civiltà) nella quale enfatizzava lo studio dell'arte, della cultura e dell'estetica.
La sua opera principale fu Die Kultur der Renaissance in Italien, pubblicata nel 1860. L'indagine storica di Burckhardt si presenta come una ricerca di tipo culturale, dal momento che l'autore si impegnò a ridurre la storia degli eventi ad un ruolo estremamente marginale, analizzando al contrario soltanto le manifestazioni artistiche e culturali di quel periodo storico. Anche la politica (e ancor di più l'economia) vennero sostanzialmente trascurate in favore dello studio di fattori esclusivamente culturali. Burckhardt analizzò una serie di elementi caratterizzanti quell'età che egli chiamò «fattori costanti e tipici», ricercandone le varie espressioni che potevano trapelare dalla produzione artistica del periodo.
Storiografia marxista
La storiografia marxista prende spunto dalla concezione materialistica della storia di Karl Marx e Friedrich Engels.
Marx ed Engels esprimono l'esigenza di un sapere che sia prodotto immediatamente dalla realtà concreta e positiva, empirica e verificabile, e che non discenda invece da un presupposto e idealistico «Spirito assoluto» che deduce speculativamente i vari aspetti della realtà secondo un non dimostrato e indimostrabile sviluppo di questo stesso presunto Spirito.
Marx ed Engels intendono muovere da «presupposti reali, dai quali si può astrarre solo nell'immaginazione. Essi sono gli individui reali, la loro azione e le loro condizioni materiali di vita, tanto quelle che essi hanno trovato già esistenti, quanto quelle prodotte dalla loro stessa azione. Questi presupposti sono dunque constatabili per via puramente empirica.».
Marx considera la produzione dei mezzi di sussistenza attività fondamentale dell'uomo, nonché prima azione storica specificamente umana. Sulla base di questa attività ne individua altre tre: la creazione e la soddisfazione di nuovi bisogni, la riproduzione (quindi la famiglia) ed infine la cooperazione fra più individui. Sorge solo ora la coscienza: al contrario di tanti altri, Marx non delinea la coscienza come presupposto dell'uomo, seppur riconoscendole un ruolo fondamentale nella vita, ma come prodotto sociale che si sviluppa in relazione all'evoluzione dei mezzi di produzione e a tutto quello che esse comportano, in una parola alle forze produttive. La coscienza si manifesta quindi in diverse forme a seconda del processo storico. Ma solo con la successiva divisione tra lavoro manuale e mentale la coscienza può automatizzarsi dal mondo, dando luogo alle forme culturali conosciute. La totalità dell'essere sociale va dunque indagata dalla sfera produttiva.
Scuola delle Annales
La Scuola delle Annales (in francese École des Annales) è la definizione data a quello che, probabilmente, è il più importante gruppo di storici francesi del XX secolo e che divenne celebre per aver introdotto molte rilevanti innovazioni metodologiche nella storiografia. Tale gruppo viene di solito indicato semplicemente Les Annales. Il nome deriva dalla rivista, fondata nel 1929 da Marc Bloch e Lucien Febvre, Annales d'histoire économique et sociale, tuttora esistente e pubblicata dal 1994 con il titolo di Annales. Histoire. Sciences sociales. A Febvre e Bloch si aggiunse il belga Henri Pirenne, studioso di storia economica, che supportava l'analisi storica comparata ovvero una disciplina che mette a confronto diversi aspetti della storia.
L'elemento iniziale di novità nell'approccio di Marc Bloch e Lucien Febvre fu il coinvolgimento nello studio della storia di altre discipline, dalla geografia alla sociologia. Nei primi anni di lavoro presso l'Università di Strasburgo collaborarono strettamente con studiosi di altre scienze sociali e ne acquisirono parte dei metodi. Un altro elemento innovativo apportato da questa corrente di studio fu lo spostamento dell'attenzione dallo studio della storia degli "eventi" (histoire événementielle) a favore dello studio della storia delle strutture.
Storia sociale
La storia sociale è una disciplina storica emersa dalla storia economica tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, sviluppatasi significativamente tra gli anni '50 e '80. Si distingue per il suo focus sulle strutture sociali e le dinamiche collettive all'interno delle società, piuttosto che sugli individui o sugli affari di Stato. Gli storici sociali analizzano l'evoluzione di gruppi sociali, dalle comunità locali fino a imperi o civiltà, tracciando le trasformazioni nel tempo attraverso i rapporti economici, demografici e sociali.
Questa disciplina si concentra sul cambiamento sociale e sulle sue connessioni con la politica, i movimenti sociali e le idee condivise, trattando temi come classe, disuguaglianza, famiglia, lavoro, genere e razza. Inizialmente orientata verso lo studio di gruppi marginalizzati, la storia sociale ha poi incluso anche le classi medie e alte. Fortemente interdisciplinare, si intreccia con sociologia, economia, antropologia e studi culturali per offrire una comprensione più ampia delle società nel tempo.
Microstoria

Un impulso fondamentale alla crescita della nuova storia culturale è stato dato dal lavoro di alcuni ricercatori italiani, Carlo Ginzburg, Giovanni Levi e Edoardo Grendi che intorno agli anni settanta hanno dato vita al filone di studio della cosiddetta microstoria. Questo indirizzo storiografico ha proposto la revisione dei metodi quantitativi della storia economica per liberarsi dal determinismo che caratterizzava le ricerche storiche di natura socioeconomica. L'obiettivo è stato quello di mettere a fuoco gli individui e le singole personalità storiche, le cui caratteristiche avrebbero permesso di ricostruire le mappe mentali, i costumi e gli atteggiamenti degli uomini del passato. La microstoria ha voluto distanziarsi dalla cosiddetta «grande narrazione» del progresso occidentale. Questo significa rifiutare l'immagine di una civiltà che, dall'antica Grecia al Cristianesimo, fino all'Illuminismo ed alla rivoluzione industriale, è stata descritta nei termini di un grande percorso di costante progresso e sviluppo. Tra le pieghe di questo percorso trionfalistico - questa è stata la critica mossa dai microstorici - sono stati dimenticati i contributi di molte culture minori, di gruppi umani e singolarità di vario genere che non hanno partecipato in modo diretto ai grandi eventi storici sopra elencati.
A partire dagli anni Settanta sono comparse centinaia di ricerche microstoriche, ma indubbiamente il più importante riferimento bibliografico è Il formaggio e i vermi scritto e pubblicato nel 1976 da Carlo Ginzburg.
La New Cultural History

Con il termine nuova storia culturale si intende un preciso filone di studi iniziato nella seconda metà del XX secolo che ha sviluppato e approfondito le innovazioni che gli storici culturali ottocenteschi e primo-novecenteschi avevano introdotto. L'espressione «nuova storia culturale» (New Cultural History, da cui l'acronimo NCH) è entrata in uso alla fine degli anni ottanta. Era il titolo di un libro, destinato a grande notorietà, pubblicato nel 1989 dalla storica americana Lynn Hunt, che raccoglieva i contributi forniti da vari studiosi ad un incontro tenutosi due anni prima a Berkeley, presso l'Università della California, sul tema La storia della Francia: testi e cultura. Questo settore di studio ha vissuto una crescita spedita a partire dagli anni settanta. Il numero degli storici che si sono dichiarati "culturalisti" è aumentato in maniera considerevole, sviluppandosi a spese di altre discipline storiche come la storia sociale e la storia economica. Tra il 1992 e il 2006 il numero di storici identificati nella categoria della storia sociale è diminuito del 60 per cento, mentre il numero di quanti si riconoscono nella cosiddetta storia culturale è aumentato del 78 per cento. Nel 2008 è stata inoltre fondata ufficialmente la International Society for Cultural History, con lo scopo di coordinare a livello sovranazionale le molte ricerche nate in grembo a questa disciplina.
Storia globale
La storia globale analizza eventi, fenomeni e processi storici su scala mondiale. Questo approccio supera i confini tradizionali della storiografia nazionale, cercando di comprendere le interconnessioni e le influenze reciproche tra diverse regioni del mondo. La disciplina è emersa nel tardo XX secolo come risposta alla crescente globalizzazione e alla necessità di riconsiderare i paradigmi storici tradizionali. Essa pone al centro dello studio temi come le migrazioni, il commercio, la diffusione di idee e tecnologie, e l’impatto ambientale su scala planetaria. La storia globale è complementare ad altri approcci di studio, quali la storia universale, la storia ambientale e la storia comparata che pure tendono a superare l'ottica nazionale tradizionale della storiografia.
Note
- ^ In basso un medaglione con un rilievo di Tolomeo I Sotere come garante dell'obiettività (dipinto ad olio di , 1754).
- ^ Storiografia: Definizione e significato di storiografia - Dizionario italiano - Corriere.it, su dizionari.corriere.it. URL consultato il 6 settembre 2021.
- ^ storiografia nell'Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 6 settembre 2021.
- ^ storiografìa in Vocabolario - Treccani, su treccani.it. URL consultato il 6 settembre 2021.
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- Gian Paolo Romagnani, Storia della storiografia. Dall'antichità a oggi, Roma, Carocci, 2019, ISBN 9788843094448
Voci correlate
- Geodeterminismo
- Giudizio storico
- Storia
- Storia ambientale
- Storia culturale
- Storia economica
- Storia dell'uomo
- Storia politica
- Storia sociale
- Storiografia filosofica
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Collegamenti esterni
- storiografia, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- storiografia, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2009.
- storiografìa, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Richard T. Vann, historiography, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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- (EN) Opere riguardanti Historiography / Historiographie, su Open Library, Internet Archive.
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- (EN, DE, FR) Recensioni di lettori e riviste scientifiche riguardo a pubblicazioni storiografiche, su recensio.net, Biblioteca di Stato Bavarese (archiviato il 12 febbraio 2012). (copyright, rilasciati con licenza Creative Commons per download e distribuzione non commerciale)
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La storiografia e una disciplina scientifica che si occupa di descrivere la storia dell umanita in greco historiographia da historia storia e graphe descrizione attraverso le varie forme di interpretazione trattazione e trasmissione di fatti e accadimenti della vita degli individui e delle societa del passato storico Con il termine storiografia si indicano anche tutte le opere storiche relative a uno specifico periodo o che si riferiscono a un definito argomento o scritte in osservanza a un determinato metodo Allegoria della storiografia che raffigura la Verita in cima e la Saggezza con l elmo mentre assistono uno storico intento a scrivere la storia Storia e storiografiaNell uso corrente il termine storia viene usato indifferentemente per designare due insiemi che in realta hanno significati diversi e per alcuni aspetti opposti Per non cadere in questo equivoco occorrerebbe distinguere la storia propriamente detta che e un insieme di fatti accaduti res gestae dalla storiografia che e un insieme di forme di scrittura e interpretazione di quei fatti Per loro natura la storia e oggettiva mentre la storiografia e soggettiva dal momento che di uno stesso fatto si possono dare diverse interpretazioni Definizione di Storia Lo stesso argomento in dettaglio Storia Con il termine di Storia nella sua piu ampia accezione si intende il complesso di tutte le vicende e trasformazioni accadute note ed ignote che si sono verificate nell ultima piccolissima parte del passato La Storia infatti non corrisponde a tutto il passato compreso tra la supposta origine dell Universo o della Terra e il presente 13 7 miliardi di anni ma a quella sua piccola frazione circa 50 000 100 000 anni in cui si e avuta la presenza umana su questo pianeta la Storia si occupa del passato dell umanita e non del passato dell Universo Per capirne le proporzioni se tutto il passato corrispondesse a 24 ore la Storia occuperebbe solo gli ultimi 6 decimi di secondo Si deve anche tenere presente che il termine Storia ha due accezioni diverse da una parte esso indica tutto il passato dell umanita compresa la Preistoria dall altra solo il tempo successivo all invenzione e all uso della scrittura La durata dei due periodi non e comparabile la Preistoria e la parte preponderante del passato dell uomo Tener presente questa doppia accezione del termine Storia e necessaria perche altrimenti si cadrebbe nel comune errore di credere che la Storia inizi con l invenzione della scrittura che in realta e solo il passaggio tra Preistoria ed Eta Antica L importanza attribuita all invenzione della scrittura e dovuta alla considerevole differenza tra lo studio del passato condotto attraverso la lettura delle testimonianze scritte comprese quelle degli autori e degli storici antichi che raccontano le vicende del loro stesso tempo e quello condotto attraverso l interpretazione degli oggetti unica possibilita per ricavare dati utili a descrivere i processi preistorici Confondendo le due accezioni del termine si escluderebbero dalla Storia non solo la Preistoria ma tutti i popoli e tutti coloro che per millenni non hanno utilizzato la scrittura In proposito e celebre tra gli storici la metafora di Marc Bloch Lo storico e come l orco della fiaba la dove fiuta odore di carne umana la sa che e la sua preda Tutto il passato dell umanita e dunque oggetto dello studio dello storico e non solo delle civilta che utilizzarono la scrittura La storia cosi intesa come insieme di eventi e oggettiva dato che tutti i fatti noti e ignoti che la compongono cambiano la realta precedente e sono irreversibili e irripetibili Volendo suddividere i fatti che la compongono si possono individuare gli eventi avvenimenti di breve o brevissima durata che il piu delle volte hanno un incidenza limitata ma che a volte possono avere anche portata e ripercussioni molto persistenti terremoti cataclismi grandi battaglie i fenomeni andamenti che si svolgono durante periodi piu lunghi estesi almeno nell arco di una generazione Tendenze e svolgimenti di portata ampia che si svolgono prevalentemente in campo economico sociale demografico culturale le evoluzioni trasformazioni di lunghissima durata e portata amplissima Si estendono oltre le singole epoche storiche e a volte risalgono anche a tempi precedenti alla comparsa dell uomo mutazioni astronomiche geologiche climatiche ecc La storia procede per processi di trasformazione o evolutivi attraverso una transizione continua in cui evoluzioni fenomeni ed eventi motivazioni e accidentalita fattori ambientali e umani contrasti e coincidenze si intrecciano si urtano rimbalzano si deformano scompaiono e riappaiono influenzati da rapporti di causalita come dalle perturbazioni della causalita e si attuano secondo svolgimenti previsti e imprevedibili Tutto cio confluisce a formare delle congiunture in altre parole quelle combinazioni eterogenee di situazioni e di fatti che proprio per la loro complessita interna sono irripetibili Ogni periodo della storia puo essere visto come la combinazione di un ampia gamma di concomitanti condizioni circostanze fattori andamenti e variazioni di origine remota recente o contemporanea Definizione di storiografia e di conoscenza storica La storiografia cioe la descrizione dei fatti nella storia e l insieme di tutte le forme e maniere di interpretare trasmettere studiare e raccontare i fatti accaduti cioe la storia propriamente detta Dato che ogni considerazione ricerca ed esposizione su cio che e avvenuto deriva da interpretazioni personali influenzate e condizionate dal clima culturale e politico in cui opera l interprete la storiografia e soggettiva parziale e provvisoria Anzi siccome ogni persona tra i miliardi di quelle viventi dispone di una personalita unica e irripetibile che ricorda filtra e interpreta i fatti e le notizie in maniera propria e peculiare si puo affermare che di ogni fatto possono esistere tante interpretazioni storiografiche quanti sono gli esseri pensanti che lo prendano in considerazione anche se e agli storici che si delega il compito di fornire le esposizioni piu fondate e attendibili La differenza tra storia e storiografia e quindi analoga a quella che c e tra un fatto e il suo ricordo tra vivere una vicenda e raccontarla Dopo che si e attuata nei suoi tempi nei suoi modi e con i suoi effetti oggettivi se ne ricorda e se ne riporta solo una sintesi nella quale del reale svolgimento rimangono alcune immagini sensazioni e prospettive selezionate e compresse dalla nostra memoria e dalla nostra interpretazione in maniera del tutto personale e soggettiva Data la sua relativita la storiografia non puo produrre verita storiche o meglio storiografiche inamovibili e assolute dovendosi parlare sempre di ricostruzioni interpretazioni e conoscenze piu o meno attendibili che rimangono comunque sempre parziali e provvisorie Dalla storiografia deriva la conoscenza storica che puo essere individuale quando deriva dalla ricerca dalla didattica dall apprendimento e dalla divulgazione o collettiva che deriva dalle capacita del sistema scolastico e dei mass media Dalla conoscenza storica dipendono la sensibilita e interesse per il Patrimonio dato dai beni ambientali e storico artistici La periodizzazione Lo stesso argomento in dettaglio Periodizzazione Uno delle operazioni fondamentali della storiografia e sempre stata la periodizzazione ossia la suddivisione convenzionale della storia dell umanita in periodi di tempo ciascuno contraddistinto da una serie di caratteri originali tali da renderlo individuabile rispetto alle fasi storiche immediatamente precedenti e successive Ogni periodo di tempo cosi individuato e compreso tra due eventi significativi che ne segnano l inizio e la fine Nonostante il suo carattere semplificatorio e inevitabilmente convenzionale quella della periodizzazione resta un operazione di importanza fondamentale nelle discipline storiche dal momento che consente di pensare in termini schematici il passato e di facilitare la collocazione temporale di un evento Inoltre la didattica della Storia spesso trova grande giovamento nel suddividere la storia in periodi definiti convenzionalmente alla pari con altre discipline storiche come la geologia e la paleontologia La periodizzazione della Storia serve a dare un senso al passato e a non vederlo come una semplice successione di eventi Le fonti Alla base della conoscenza della storia ci sono le fonti cioe le impronte lasciate dai fatti sotto forma di manufatti tracce testimonianze documenti e resti Tutte le azioni umane e tutti i fenomeni naturali producono risultati concreti che ne divengono gli attestati pertanto ogni essere vivente e ogni oggetto e fonte di conoscenza sugli eventi e sulle eventuali volonta che l hanno generato e trasformato e quindi oltre che sulla sua origine anche sulle sue motivazioni sulla sua funzione e sui suoi contatti La denominazione di fonte col suo richiamo implicito allo sgorgare al venire alla luce e al manifestarsi dell acqua e particolarmente efficace per indicare queste impronte del passato Come l acqua sorgiva puo scorrere sotterranea prima di apparire cosi le fonti delle conoscenze storiche possono rimanere a lungo ignote e occultate prima di rivelarsi o essere ritrovate Infatti esse non sono sempre rimaste note e soprattutto tra quelle di origine piu remota molte sono state perdute o nascoste o trascurate e ricompaiono o si manifestano solo in seguito al loro ritrovamento o al loro riconoscimento A volte e sempre in maggior misura la scoperta di nuove fonti o di loro particolari aspetti prima trascurati e frutto dello sviluppo dei metodi e degli strumenti di ricerca e delle tecnologie di analisi Le fonti possono essere considerate le radici e i puntelli delle ricerche storiche poiche la loro disponibilita e essenziale ma non si traduce automaticamente in notizie e informazioni certe Perche se ne possano dedurre conoscenze affidabili si rende necessaria un opera di analisi e di decifrazione dato che spesso si mostrano con un apparenza ingannevole Quella di saperle interpretare scoprendo cio che di reale si nasconde dietro la loro facciata e una delle sfide piu ardue che chi svolge ricerche storiche deve affrontare Pertanto ogni oggetto scritto o traccia puo divenire testimonianza e rivelare informazioni attendibili solo in ragione delle capacita del suo interlocutore di osservarla e di interrogarla Tale capacita si persegue attraverso la critica tesa ad accertare cosa la fonte puo o non puo rivelare e l esegesi cioe la decodifica l interpretazione l esposizione e il commento dei suoi contenuti Da quanto affermato appare evidente che sono da considerare fonti non soltanto quelle scritte come a volte si suppone ma anche l infinita varieta delle altre impronte del passato Quelle scritte insieme a quelle cartografiche sono generalmente raccolte negli archivi pubblici e privati civili ed ecclesiastici Tra quelle di altra natura alcuni oggetti e resti di particolare pregio rarita e valore documentario sono conservati nei musei Occorre pero ricordare che abbiamo continuamente sotto gli occhi fonti ed archivi che non sono racchiusi e delimitati in alcuna sede preposta Ogni persona e ogni paesaggio e un concentrato di fonti della sua storia Si puo affermare che il mondo intero e una grande raccolta di fonti e che pertanto ciascun ambiente paesaggio e territorio e fonte archivio e museo della sua storia Le indagini storiche possono essere paragonate alle composizioni di mosaici ed essere tanto piu complete e attendibili quanto piu ampia e la disponibilita di notizie Ma dato che le fonti non sono presenti in ugual misura per tutte le epoche della storia cambia di conseguenza anche il lavoro e l atteggiamento degli storici nei loro confronti Per i tempi piu recenti l abbondanza delle fonti pur consentendo ricostruzioni piu particolareggiate obbliga a selezionarle preventivamente con un lavoro di scelta che implica gia un interpretazione Man mano si retrocede nel tempo divengono sempre piu rare e oscure lasciando ampi vuoti e crescenti dubbi e costringendo i ricercatori ad attingere a indizi e sintomi a ricorrere ad analogie congetture e deduzioni o addirittura a proporre ricostruzioni prevalentemente ipotetiche e indiziarie Metodologie storiografiche Le metodologie storiografiche sono costituite dai metodi di indagine di interpretazione e di esposizione delle ricerche storiche Le grandi discriminanti sono il rapporto con le fonti e il loro uso Alcuni storici se ne avvalgono in maniera diretta e pertanto sono piu attendibili altri preferiscono disquisire sulle interpretazioni dei loro colleghi conferendo maggior peso al proprio pensiero Storia nota e ignota La storia puo essere indagata attraverso le tracce che hanno lasciato i suoi fatti le fonti Ogni cosa corporea e e fonte delle vicende che l hanno generata e puo essere interpretata Noi stessi siamo fonti storiche I nostri comportamenti e la nostra cultura sono frutto di una lunga evoluzione che risale ai primi esemplari della nostra specie se fossimo in grado di interpretare il nostro patrimonio genetico tramandato nelle varie generazioni vi potremmo leggere moltissime informazioni sul nostro passato Se la storia e costituita da quel minimo frammento passato in cui e stata presente l umanita dobbiamo constatare che di questa parte cosi ridotta conosciamo solo una piccolissima porzione E per questo che e utile distinguere la storia nota che e molto limitata da quella ignota che e invece costituisce la stragrande porzione dell intera storia La storia ignota e tale o per la perdita delle sue tracce per occultamenti volontari e involontari o per la nostra incapacita di leggerne le fonti Ogni volta che si recupera un reperto archeologico o che si rintraccia un documento perduto o che si utilizzano nuove tecniche per leggere le fonti si ha l occasione di ampliare le nostre conoscenze su quanto ancora non sappiamo della nostra storia ma sapendo comunque che non riusciremo mai a riequilibrare il rapporto tra cio che conosciamo e cio che ignoriamo Finalita della storia Si studia la storia per capire il presente e noi stessi Si studia se stessi per capire la societa lo Stato la civilta nella quale si vive anche e soprattutto in rapporto con il passato Nel momento in cui si nasce si eredita anche quella parte oscura che e il nostro passato con cui mantiene legami tutto il nostro successivo agire La storia puo e deve integrarsi con le altre materie scientifiche attraverso studi interdisciplinari allo scopo di illuminare il piu possibile il nostro percorso evolutivo E la mancanza d identita vale a dire il difetto di conoscenza delle proprie radici a portare l intolleranza che e alimentata inoltre dalla mancanza di una corretta conoscenza della storia degli altri dell altrui punto di vista e dello spirito di accettazione delle alterita Storia della storiografiaTutte le interpretazioni dei fatti non possono che essere diverse non solo perche personali e soggettive ma anche perche a loro volta influenzate dai diversi punti di osservazione o di vista cioe dai contesti culturali che si differenziano nello spazio e nel tempo ad esempio nello spazio per le diverse aree geopolitiche attuali nel tempo per le correnti di pensiero e i contesti ideologici che si sono succeduti Per questo e possibile tracciare una storia della storiografia Storiografia antica Chi era lo storico antico Era uno che descriveva e raccontava quello che aveva visto e sentito personalmente o indirettamente fatti vicende e popoli Il punto di vista della prima storiografia era costituito quindi dal presente solo successivamente l attenzione dello storico comincio a orientarsi anche verso il passato ricostruito in qualche modo attraverso le memorie e i documenti le tracce Naturalmente la storiografia scientifica era cosa ben diversa dalla mitologia che gia conteneva riferimenti al passato piu o meno lontano lo storiografo non era il poeta e quindi cercava di spiegare perche erano avvenuti determinati fatti individuando le cause remote degli eventi accaduti nel presente Le singole vicende furono dunque inquadrate in un contesto logico cronologico coerente e interdipendente fondato soprattutto sul rapporto di causa effetto Gli elementi mitici e leggendari furono esclusi dalla trattazione storica Anche lo strumento espressivo era diverso gli storici scrivevano solo in prosa il verso era ormai superato e ritenuto inadeguato allo scopo Per gli antichi scrivere storia significava tramandare fatti realmente accaduti badando non solo a registrare gli eventi ma a individuare le connessioni i rapporti di causa e possibilmente ricavandone un insegnamento Al di la di questo intento di base abbastanza generico che puo valere anche per la storiografia di altri periodi alcuni elementi caratterizzano piu specificamente la storiografia antica l esigenza del discernimento che portava a selezionare i fatti importanti da tramandare da quelli secondari e a distinguere le cause vere dai pretesti e dalle cause occasionali l aspirazione alla veridicita e all imparzialita in quanto condizioni per una ricostruzione fedele degli eventi solo per i discorsi dei personaggi era ammessa una ricostruzione approssimativa non quello che essi avevano detto ma quello che essi avrebbero potuto dire l impostazione pragmatica cioe fondata sulla concretezza dei diversi fatti militari strategici politico istituzionali ecc la documentazione che poteva derivare dalla testimonianza diretta in greco autopsia il vedere da se dallo studio dei documenti dalla conoscenza delle dinamiche politiche la patina letteraria tanto che lo scritto di storia era inteso come opus oratorium maxime Cicerone nel senso che il racconto si snodava in una prosa d arte che accanto ad un utile insegnamento doveva anche offrire un piacevole intrattenimento letterario l interesse per i personaggi cioe il cosiddetto metodo prosopografico dal greco prosopon faccia e grapho quindi notizia di personaggi che privilegiava le imprese di pochi protagonisti trascurando perlopiu le condizioni economiche e sociali la mentalita popolare la vita quotidiana l idea che la storia sia magistra vitae in quanto consente di fare previsioni per il futuro sulla base di quello che e accaduto in precedenza gli antichi infatti avendo una concezione circolare del tempo ritenevano che la storia si ripetesse e quindi l uomo potesse trarre dagli esempi del passato una lezione su come comportarsi in analoghe circostanze Quindi l attivita dello storico doveva avere anche lo scopo di far emergere l insegnamento della storia Le origini della storiografia Erodoto e Tucidide Erodoto autore delle Storie Se i primi passi nel campo storiografico avvengono tra la fine del VI e l inizio del V secolo a C dalle ricerche geo etnografiche o genealogiche dei primi logografi tra cui il piu famoso fu Ecateo di Mileto la storiografia greca raggiunse la piena dignita con l opera di Erodoto di Alicarnasso V secolo a C fin dall antichita considerato il vero padre della storia Durante i conflitti con l Impero Persiano viene a costruirsi dentro l ecumene greca una identita comune che si basa principalmente su una costruzione politica antitetica a quella delle monarchie orientali Da cio ne scaturisce una consapevole riflessione sulle vicende del popolo greco nei suoi rapporti col mondo barbarico essenzialmente l Impero achemenide ma anche nella dinamica dei suoi rapporti interni In Erodoto il peso della tradizione logografica si fa ancora sentire specialmente nella prima parte dell opera nell impostazione per singoli logoi cioe per sezioni su base etnica e territoriale anche se essa appare contemperata dall esigenza di presentare un evento come le guerre tra Greci e Persiani combattute fra il 490 ed il 478 a C nel contesto di una visione generale dell uomo e della storia Un primo enunciato di metodo si incontra nel proemio delle Storie Espone qui Erodoto di Alicarnasso le sue ricerche perche delle cose avvenute da parte degli uomini non svanisca col tempo il ricordo ne di opere grandi e meravigliose compiute sia da Elleni sia da Barbari si oscuri la gloria e narrera fra l altro per quale causa si siano combattuti fra loro Erodoto di Alicarnasso Storie I proemio In questo breve proemio la comparsa del termine histories da connettere con la radice id di vedere il cui perfetto oida assume il significato di ho visto quindi conosco so rende l idea di una ricerca condotta in preparazione dell opera una ricerca che poteva abbracciare avvenimenti tradizioni etnografiche resoconti di viaggi notizie geografiche ma che per il fatto stesso di sussistere prendeva le distanze dall oralita dei rapsodi e dei poeti lirici Anche i rapsodi ed i poeti erano animati dal desiderio di non lasciare che si oscurasse la fama delle gesta compiute ma la memoria collettiva tramandata da Erodoto e frutto di una indagine razionale che pur non escludendo la dimensione religiosa del mito pur registrando tradizioni e notizie stravaganti ha messo in salvo una quantita enorme di preziosi materiali che costituiscono ancora oggi la fonte principale per lo studioso delle guerre persiane Di questa attitudine documentaria apparira consapevole Erodoto stesso quando dopo aver presentato le origini mitiche del conflitto tra i greci e popoli dell Asia esprimeva una prima professione di imparzialita nel narrare gli avvenimenti Cosi raccontano i Persiani e i Fenici Ma non di questo intendo io parlare se cosi o diversamente si siano svolti tali fatti Comincero invece dall indicare colui di cui so che fu il primo a far torto agli Elleni e proseguiro poi nel racconto trattando di citta piccole e grandi degli uomini senza far differenza perche quelle che erano grandi in antico sono per lo piu diventate piccole e quelle che ai miei tempi erano grandi erano prima state piccole Sicche conoscendo la perpetua incostanza del benessere umano ricordero le une e le altre senza fare differenza Erodoto di Alicarnasso Storie I 5 3 4 Tucidide autore de La guerra del Peloponneso Il definitivo superamento della tradizione logografica si ebbe alla fine del V secolo a C con le Storie che l ateniese Tucidide dedico ai primi vent anni alla guerra del Peloponneso 431 411 a C facendovi precedere una breve sintesi della piu antica storia del mondo greco la cosiddetta archeologia e un ampia trattazione delle cause del conflitto attraverso una dettagliata indagine del cinquantennio precedente Tucidide si proponeva di ricostruire attraverso un indagine molto rigorosa i fatti nella loro effettiva realta escludendo il favoloso e il soprannaturale e rifiutando programmaticamente ogni abbellimento retorico fatta eccezione per discorsi fittizi nei quali cerco di ricostruire il senso generale delle parole effettivamente pronunciate In questo modo egli fondo la cosiddetta storiografia pragmatica che non intendeva fornire semplicemente un interpretazione del passato ma pretendendo di avere individuato una serie di costanti nella natura umana e nel suo operato si autoproclamava un acquisizione per sempre ossia un mezzo valido per comprendere ogni realta futura e agire di conseguenza Il V secolo a C il secolo della rivoluzione culturale della Grecia antica fu il secolo in cui si affermo pienamente lo spirito razionalistico e scientifico della cultura greca In questo contesto si colloco anche la nascita della scienza storiografica i cui fondatori sono considerati unanimemente Erodoto e Tucidide Gli studiosi successivi hanno colto differenze e affinita tra i due padri della storiografia ad esempio era comune a entrambi l attenzione prevalente verso il presente o verso il passato prossimo e inoltre tutti e due tendevano ad individuare le cause delle vicende storiche nelle volonta e nelle passioni degli uomini Soprattutto i grandi uomini nel bene o nel male facevano la storia che svelava quindi la natura umana Cio che li differenziava era invece una certa attitudine di Erodoto a servirsi ancora dei racconti e degli elementi poetici e mitologici e a giudicare i fatti sulla base di criteri etici mentre Tucidide appariva piu moderno nel senso che mirava a raggiungere una maggiore oggettivita e imparzialita di giudizio Un merito indiscusso della storiografia greca fu inoltre quello di ampliare le conoscenze etniche culturali e geografiche dei greci le ricerche storiche infatti superarono i ristretti confini del mondo greco e rivelarono l esistenza di altri popoli e civilta L eta classica Tutta la storiografia successiva si muove nel solco tracciato da Erodoto e Tucidide A Erodoto senza peraltro condividerne la curiosita antropologica si richiamava formalmente per la presenza di singoli excursus sui popoli stranieri venuti a contatto con la grecita Eforo di Cuma autore di una storia generale del mondo ellenico ampiamente basata sulla compilazione di fonti precedenti della quale possediamo solo frammenti Diversi autori scrissero storie del mondo greco che si ponevano consapevolmente come continuazione dell opera storica di Tucidide bruscamente interrotta al 411 in pieno svolgimento della guerra del Peloponneso nacquero cosi le Elleniche di Senofonte e quelle per noi perdute di Teopompo di Chio che narravano rispettivamente gli eventi dal 411 al 362 a C e dal 411 al 394 a C di autore anonimo sono le cosiddette Elleniche di Ossirinco dal nome della localita egiziana del ritrovamento papiraceo che le ha parzialmente restituite la cui parte conservata concerne l anno 396 395 a C Nella sua vasta e poligrafica attivita letteraria Senofonte diede vita anche ad altri filoni storiografici o di genere affine alla storiografia con l Anabasi resoconto dell avanzata all interno dell Asia e della successiva avventurosa ritirata di un esercito di mercenari greci di cui Senofonte stesso si trovo ad assumere il comando egli creo il genere della memorialistica militare che esercitera un incerto influsso sui Commentarii cesariani con la Ciropedia biografia romanzata e agiografica di Ciro il Grande fondatore dell impero persiano presentato come modello di monarca ideale diede vita alla storia romanzata e con l Agesilao re spartano pure vagheggiato come modello creo l archetipo della biografia encomiastica Con le Storie filippiche di Teopompo che esponevano gli eventi del mondo greco dal 359 al 336 a C ponendo al centro dell interesse la figura di Filippo II re di Macedonia nasce la monografia storica incentrata su una singola personalita e di conseguenza su un limitato periodo di tempo Con il riassunto dovuto allo stesso Teopompo delle Storie di Erodoto prende corpo il filone dell epitome destinato a grande successo L eta ellenistica La fase piu antica della storiografia ellenistica concentro la sua attenzione sull impresa orientale di Alessandro Magno sul disfacimento del suo impero sulla conseguente formazione delle monarchie greco macedoni e successivamente sulla storia dei loro rapporti per esempio Clitarco di Alessandria Ieronimo di Cardia Duride di Samo Filarco di Atene La storiografia di questo periodo in buona parte perduta appartiene in prevalenza al filone patetico o drammatico essa miro a suscitare nel lettore intense emozioni attraverso artifici come gli imprevisti le peripezie i colpi di scena paragonabili a quelli della tragedia classica Questo tipo di rappresentazione tragica degli avvenimenti caratterizzo tanto la storiografia incentrata sulla figura di Alessandro Magno quanto quella successiva che andava spostando il proprio baricentro verso Occidente in quanto diventava ormai inevitabile fare i conti con una nuova potenza e con la sua rapida ascesa Roma aveva cominciato ad affacciarsi sullo scenario del Mediterraneo Storiografia romana Lo stesso argomento in dettaglio Storiografia romana Quando al volgere del III secolo a C a Roma si comincio a sentire l esigenza di ricostruire e di esaltare il proprio passato nelle forme dell indagine storica la storiografia greca aveva ormai alle proprie spalle tre secoli di tradizione Ma gia ai tempi di Polibio mentre scriveva le sue Storie a sua volta la storiografia aveva da tempo fatto il suo ingresso nella letteratura latina Era inevitabile ad ogni modo che i primi storici latini si confrontassero con i modelli greci come del resto accadde negli altri generi letterari vista la recenziorita della letteratura latina I cosiddetti annalisti della prima generazione Quinto Fabio Pittore e Lucio Cincio Alimento se da un lato cercarono un modello strutturale nella tradizione indigena degli Annales pontificum o Annales maximi cioe nelle cronache annualmente compilate e affisse a cura del pontefice massimo il presidente del collegio sacerdotale dei pontefici per informare la comunita sui principali avvenimenti dall altro non si limitarono a desumere dagli storici greci l interesse per la ricerca delle cause o la datazioni per olimpiadi o una serie di notizie sulla storia stessa di Roma ma si spinsero fino a utilizzarne la lingua La rinuncia alla creazione di un linguaggio storiografico latino puo essere stata determinata da un senso di frustrazione di fronte al secolare prestigio della storiografia greca ma anche e soprattutto dal desiderio di farsi capire attraverso l uso di una sorta di lingua franca della cultura dal consesso internazionale degli intellettuale e cioe in sostanza dal mondo greco o ellenizzato nel quale proprio sullo scorcio del III secolo a C si era fatto sempre piu forte l interesse per Roma e la sua storia ma andava anche crescendo la diffidenza verso la nuova potenza In particolare Quinto Fabio Pittore nella sua opera intendeva controbattere secondo Polibio l interpretazione filocartaginese della sua prima guerra punica che era stata fornita dallo storico greco Filino di Agrigento Quinto Fabio Pittore e Lucio Cincio Alimento furono entrambi attivi al tempo della seconda guerra punica dopo la rotta di Canne 216 a C Fabio capeggio forse in ragione della sua dimestichezza col greco la delegazione inviata a consultare l oracolo di Apollo a Delfi Cincio pretore nel 210 in Sicilia fu poi catturato da Annibale Entrambi scrissero in greco una storia di Roma dalle origini leggendarie e dalla fondazione che posero rispettivamente nel 747 e nel 729 a C fino all eta contemporanea cioe fino alla seconda guerra punica inserendo anche riferimenti autobiografici come poi fara lo stesso Catone ed esponendo i fatti anno per anno L opera di Fabio indicata dalle fonti come Annales trattava piu dettagliatamente il periodo piu antico e quello piu recente della storia di Roma ed era volta ad esaltare attraverso le figure dei suoi eminenti rappresentanti il ruolo avutovi dall antichissima gens aristocratica dei Fabii dando vita cosi a una storiografia individualista e filopatrizia in cui la storia era vista come il prodotto di singole grandi personalita appartenenti alla nobilitas Marco Porcio Catone autore delle Origines All impostazione cronachistica individualista e filopatrizia dei primi annalisti nonche all uso della lingua greca si oppose vigorosamente negli ultimi anni della sua lunga e operosa esistenza Marco Porcio Catone cui spetta il merito di aver fondato con le Origines una storiografia nazionale in lingua latina in cui la storia di Roma era inserita nel contesto di quella dei popoli italici e vista come il risultato dell agire di un intera comunita Con la storiografia di Catone nasceva un genere di importanza assolutamente fondamentale Al ruolo di documentazione culturale che e proprio di tutti gli altri generi letterari la storiografia aggiunge infatti un valore specifico nel senso che proprio agli scritti degli storici noi dobbiamo la conoscenza dell antichita Ebbene questo filone interrotto che dall eta arcaica giunge alla tarda antichita fa capo proprio a Catone il cui esempio fu assolutamente determinante sul piano della lingua dopo i lui i cosiddetti annalisti della seconda generazione o annalisti di mezzo attivi nella seconda meta del II secolo a C rinunciarono infatti definitivamente a scrivere in greco Tra la fine del II e la prima meta del I secolo a C per quanto il tradizionale modello annalistico delle storie generali continuasse a mostrarsi vitale sono di questo periodo gli Annales di Claudio Quadrigario e di Valerio Anziate si manifesto una tendenza a ridurre la trattazione entro limiti cronologici o temetici piu ristretti anche inaugurando nuove forme di narrazione storica come quella dei commentarii a meta strada tra autobiografia memorialistica e storiografia che trovarono la migliore espressione in Cesare o come le monografie tematiche di Sallustio Storiografia medievale Questa sezione sull argomento storia e ancora vuota Aiutaci a scriverla Storiografia rinascimentale Machiavelli autore delle Istorie fiorentine Gli storici rinascimentali tra i quali furono insigni Flavio Biondo nel XV secolo Machiavelli e Guicciardini nel XVI secolo abbandonarono la visione medievale legata a un concetto di tempo segnato dall avvento di Cristo per sviluppare un analisi degli avvenimenti concepita laicamente con un atteggiamento critico verso le fonti La storia divenne una branca della letteratura e non piu della teologia e si rifiuto la convenzionale divisione cristiana che doveva avere inizio con la Creazione seguita dall Incarnazione di Gesu e dal Giudizio finale La visione rinascimentale esaltava invece il mondo greco romano condannando il Medioevo come un era di barbarie e proclamando la nuova epoca come era di luce e di rinascita del mondo classico La storiografia nell eta della Controriforma Se la storiografia rinascimentale mantenne un tono prevalentemente retorico e moralistico pedagogico con l avvento del tacitismo si fece strada un nuovo gusto della storia dominato da un intensa meditazione politica Il nuovo atteggiamento poneva come fine ultimo alla storia la prudenza metteva ossia la lettura delle storie a fondamento di una politica non utopistica ma induttiva e storica funzionalizzando totalmente la verita della storia alla verita politica la conoscenza della vera tecnica di governo dei principi Di conseguenza lo storico dovendo narrare non verba sed res gestas ex quibus oritur prudentia meno gradito riusciva al nuovo gusto l uso di concioni Il tacitista Ducci giudicava infatti oziose molte orazioni guicciardiniane etsi prudentiae policiae plenas ma tosto temperava multas quoque necessarias et valde historice lodava invece incondizionatamente la discussio finium delle azioni dei principi fatta dal Guicciardini secondo lui spesso diligenter ac forte melius quam alius historicus L orientamento storiografico sviluppatosi da questo atteggiamento fece naturalmente gran posto all insegnamento guicciardiniano guardando alla Storia nel fatto come ad uno dei suoi piu autorevoli modelli Anticiceroniana ossia antiletteraria e antiumanistica caratterizzata da un interesse esclusivo alla politica la nuova storiografia ebbe un senso altissimo della serieta dell impegno storiografico del decoro della storia da portarla a sdegnare nelle scritture storiche la voluptas l elemento pittoresco e romanzesco e ad amare invece lo stile come quello della Storia grave e severo senza inutili eleganze e civetterie rettoriche stretto tutto ai fatti essenziali Storiografia illuministica Il barone Paul Henri Thiry d Holbach Attraverso l esame critico della storia l illuminista puo riconoscere la continuita dell opera della ragione e denunciare gli errori e le contraffazioni con cui erano state tramandate sino ad allora le vicende umane allo scopo di mantenere gli uomini nella superstizione e nell ignoranza Nella storia cosi come sinora veniva presentata si vedono gli errori e i pregiudizi susseguirsi via via e cacciare in bando la verita e la ragione Pierre Bayle per primo si dedichera nel suo Dizionario storico e critico 1697 alla compilazione di una raccolta degli errori e delle falsita da cui deve essere epurata la storia come fino ad allora e stata presentata Egli e un minuzioso e preciso raccoglitore di fatti attestati da documenti e testimonianze cosi numerose che Ernst Cassirer 1874 1945 lo considera il fondatore dell acribia storica Lo storico deve dimenticare che appartiene a un certo paese che fu educato a una data fede che deve riconoscenza a questo o a quello e che questi o quegli altri sono i suoi parenti o i suoi amici Uno storico in quanto tale e come Melchisedec senza padre senza madre senza genealogia Se gli si domanda da dove viene deve rispondere sono abitante del mondo non sono al servizio dell imperatore ne al servizio del re di Francia ma solo al servizio della verita Il criterio sommo dunque della ricerca per lo storico neutrale e quello di scoprire come vera storia quella che segna la vittoria della ragione sull ignoranza e per questo dall illuminismo viene condannato in blocco il medioevo come eta di fanatismo e oscurantismo religioso mettendo da parte gli aspetti positivamente culturali di quel periodo Pierre Bayle La mutevolezza degli avvenimenti storici e solo apparente al di la di queste differenze l illuminista coglie il lento ma costante emergere sulla superstizione e l errore l elemento immutabile della ragione Tutto cio che deriva dalla natura umana si assomiglia da una parte all altra dell universo invece tutto cio che puo dipendere dalla consuetudine e differente e puo risultare simile soltanto per caso invece la natura ha diffuso l unita stabilendo ovunque un piccolo numero di principi invariabili cosi il fondamento e ovunque lo stesso mentre la cultura produce frutti diversi Per Lessing la storia come ricerca della verita comincia solo con l Illuminismo tutto cio che l ha preceduta e una sorta di pre istoria Storiografia romantica Lo stesso argomento in dettaglio Concezione romantica della storia Nell eta del Romanticismo si ebbe un superamento della concezione illuminista della storia a cui fu rimproverato di basarsi su un idea della ragione astratta e livellatrice che in nome dei suoi principi generici era giunta a produrre le stragi del Terrore della Rivoluzione francese A quella i romantici sostituirono una ragione storica che tenesse conto anche delle peculiarita e dello spirito dei diversi popoli a volte assimilati a degli organismi viventi con una loro anima e una loro storia Le vicende della Rivoluzione francese e il periodo napoleonico avevano dimostrato che gli uomini si propongono di perseguire alti e nobili fini che s infrangono dinanzi alla realta storica Il secolo dei lumi era infatti tramontato nelle stragi del Terrore e il sogno di liberta nella tirannide napoleonica Dunque la storia non e guidata dagli uomini ma e Dio che agisce nella storia Esiste una Provvidenza divina che s incarica di perseguire fini al di la di quelli che gli uomini ingenuamente si propongono di conseguire con la loro meschina ragione La storia umana appariva percio guidata non dalla mente e dal volere dell uomo fosse pure il piu alto genio non dal caso ma da una provvidenza che supera gli accorgimenti politici e che drizza a ignote mete la nave dell umanita Nel complesso la polemica contro l ugualitarismo e il cosmopolitismo illuministi assunse aspetti e caratteri diversi a seconda dei contesti aspetti che tuttavia restarono intrecciati e difficilmente separabili in maniera netta Vi fu da un lato una tendenza restauratrice rivolta pero non tanto al ripristino anacronista dell Ancien regime quanto al recupero di quelle tradizioni religiose in particolare ritenute patrimonio della coscienza collettiva Significativa fu l opera di De Maistre e altri autori per i quali la storia umana e diretta da una provvidenza che supera gli accorgimenti politici e che drizza a ignote mete la nave dell umanita In generale s identifico la storia della civilta con la storia della religione e si scorse una forza provvidenziale non solo nelle monarchie ma sin nel carnefice che non potrebbe sorgere e operare nella sua sinistra funzione se non lo suscitasse a tutela della giustizia Iddio tanto e lungi dall essere operatore e costruttore di storia l arbitrio individuale e il raziocino logico D altro lato la stessa concezione provvidenziale della storia diede luogo ad altre tendenze che potremo definire liberali per le quali i principi proclamati nel 1789 restavano validi pur essendo da condannare gli esiti giacobini della Rivoluzione Francese Francois Rene de Chateaubriand in una sintesi esprimeva ad esempio l esigenza di conservare l opera politica che e scaturita dalla rivoluzione e costruire il governo rappresentativo sulla religione La liberta di religione fu ritenuta in particolare un antidoto basilare sia al dispotismo assolutistico che all anarchia rivoluzionaria Storiografia contemporanea Von Ranke e la professionalizzazione della storia Leopold von Ranke fu il fondatore del metodo che fu prevalente nella storia ufficiale sino agli anni sessanta del Novecento Attenzione per le fonti documentarie studio rigoroso dei fatti sulla base delle fonti e critica per le visioni positivistiche ed hegeliane furono il suo assetto principale La dottrina metodologica ha il compito di mostrare i fatti come essi sono effettivamente apparsi astenendosi dal proporre interpretazioni Fu critico nei confronti della filosofia della storia e in particolar modo dell interpretazione proposta da Hegel la quale escludeva la componente umana dalla storia riconducendo al solo manifestarsi dell idea nel mondo fenomenico il percorso storico finalizzato al pieno affermarsi dell idea stessa Ranke invece si proponeva di ricondurre dal piano delle idee a quello dei fatti connesse tramite una specifica correlazione Secondo un legame immanente l idea non e indagabile a priori slegata dagli eventi cosi come nella comprensione della storia non e possibile il passaggio dal particolare fenomenico all universale dell idea L oggetto della storia non e possibile indagarlo ne in senso positivista come somma dei semplici fatti ne per via strettamente speculativa tramite concetti universali Per Ranke le dottrine dominanti in un determinato periodo non possono essere valide in eterno per considerare lo studio di periodi differenti Le idee forti sono le tendenze dominanti in ciascun secolo non si puo tramite queste risalire ad un concetto generale della storia La storia e da intendere come una continua tensione tra evento e idea inscindibile l uno dall altro particolare ed immanente in ciascun periodo essa si attui Burckhardt e la nascita della storia culturale Lo studioso svizzero Jacob Burckhardt critico nei confronti della moderna societa industriale e contrario alle tendenze idealistiche e storicistiche dominanti nel mondo accademico dell epoca elaboro una particolare disamina storiografica chiamata Kulturgeschichte storia della cultura cultura nel senso di civilta nella quale enfatizzava lo studio dell arte della cultura e dell estetica La sua opera principale fu Die Kultur der Renaissance in Italien pubblicata nel 1860 L indagine storica di Burckhardt si presenta come una ricerca di tipo culturale dal momento che l autore si impegno a ridurre la storia degli eventi ad un ruolo estremamente marginale analizzando al contrario soltanto le manifestazioni artistiche e culturali di quel periodo storico Anche la politica e ancor di piu l economia vennero sostanzialmente trascurate in favore dello studio di fattori esclusivamente culturali Burckhardt analizzo una serie di elementi caratterizzanti quell eta che egli chiamo fattori costanti e tipici ricercandone le varie espressioni che potevano trapelare dalla produzione artistica del periodo Storiografia marxista La storiografia marxista prende spunto dalla concezione materialistica della storia di Karl Marx e Friedrich Engels Marx ed Engels esprimono l esigenza di un sapere che sia prodotto immediatamente dalla realta concreta e positiva empirica e verificabile e che non discenda invece da un presupposto e idealistico Spirito assoluto che deduce speculativamente i vari aspetti della realta secondo un non dimostrato e indimostrabile sviluppo di questo stesso presunto Spirito Marx ed Engels intendono muovere da presupposti reali dai quali si puo astrarre solo nell immaginazione Essi sono gli individui reali la loro azione e le loro condizioni materiali di vita tanto quelle che essi hanno trovato gia esistenti quanto quelle prodotte dalla loro stessa azione Questi presupposti sono dunque constatabili per via puramente empirica Marx considera la produzione dei mezzi di sussistenza attivita fondamentale dell uomo nonche prima azione storica specificamente umana Sulla base di questa attivita ne individua altre tre la creazione e la soddisfazione di nuovi bisogni la riproduzione quindi la famiglia ed infine la cooperazione fra piu individui Sorge solo ora la coscienza al contrario di tanti altri Marx non delinea la coscienza come presupposto dell uomo seppur riconoscendole un ruolo fondamentale nella vita ma come prodotto sociale che si sviluppa in relazione all evoluzione dei mezzi di produzione e a tutto quello che esse comportano in una parola alle forze produttive La coscienza si manifesta quindi in diverse forme a seconda del processo storico Ma solo con la successiva divisione tra lavoro manuale e mentale la coscienza puo automatizzarsi dal mondo dando luogo alle forme culturali conosciute La totalita dell essere sociale va dunque indagata dalla sfera produttiva Scuola delle Annales La Scuola delle Annales in francese Ecole des Annales e la definizione data a quello che probabilmente e il piu importante gruppo di storici francesi del XX secolo e che divenne celebre per aver introdotto molte rilevanti innovazioni metodologiche nella storiografia Tale gruppo viene di solito indicato semplicemente Les Annales Il nome deriva dalla rivista fondata nel 1929 da Marc Bloch e Lucien Febvre Annales d histoire economique et sociale tuttora esistente e pubblicata dal 1994 con il titolo di Annales Histoire Sciences sociales A Febvre e Bloch si aggiunse il belga Henri Pirenne studioso di storia economica che supportava l analisi storica comparata ovvero una disciplina che mette a confronto diversi aspetti della storia L elemento iniziale di novita nell approccio di Marc Bloch e Lucien Febvre fu il coinvolgimento nello studio della storia di altre discipline dalla geografia alla sociologia Nei primi anni di lavoro presso l Universita di Strasburgo collaborarono strettamente con studiosi di altre scienze sociali e ne acquisirono parte dei metodi Un altro elemento innovativo apportato da questa corrente di studio fu lo spostamento dell attenzione dallo studio della storia degli eventi histoire evenementielle a favore dello studio della storia delle strutture Storia sociale Lo stesso argomento in dettaglio Storia sociale La storia sociale e una disciplina storica emersa dalla storia economica tra la fine del XIX e l inizio del XX secolo sviluppatasi significativamente tra gli anni 50 e 80 Si distingue per il suo focus sulle strutture sociali e le dinamiche collettive all interno delle societa piuttosto che sugli individui o sugli affari di Stato Gli storici sociali analizzano l evoluzione di gruppi sociali dalle comunita locali fino a imperi o civilta tracciando le trasformazioni nel tempo attraverso i rapporti economici demografici e sociali Questa disciplina si concentra sul cambiamento sociale e sulle sue connessioni con la politica i movimenti sociali e le idee condivise trattando temi come classe disuguaglianza famiglia lavoro genere e razza Inizialmente orientata verso lo studio di gruppi marginalizzati la storia sociale ha poi incluso anche le classi medie e alte Fortemente interdisciplinare si intreccia con sociologia economia antropologia e studi culturali per offrire una comprensione piu ampia delle societa nel tempo Microstoria Lo stesso argomento in dettaglio Microstoria Carlo Ginzburg e Il formaggio e i vermi Carlo Ginzburg Un impulso fondamentale alla crescita della nuova storia culturale e stato dato dal lavoro di alcuni ricercatori italiani Carlo Ginzburg Giovanni Levi e Edoardo Grendi che intorno agli anni settanta hanno dato vita al filone di studio della cosiddetta microstoria Questo indirizzo storiografico ha proposto la revisione dei metodi quantitativi della storia economica per liberarsi dal determinismo che caratterizzava le ricerche storiche di natura socioeconomica L obiettivo e stato quello di mettere a fuoco gli individui e le singole personalita storiche le cui caratteristiche avrebbero permesso di ricostruire le mappe mentali i costumi e gli atteggiamenti degli uomini del passato La microstoria ha voluto distanziarsi dalla cosiddetta grande narrazione del progresso occidentale Questo significa rifiutare l immagine di una civilta che dall antica Grecia al Cristianesimo fino all Illuminismo ed alla rivoluzione industriale e stata descritta nei termini di un grande percorso di costante progresso e sviluppo Tra le pieghe di questo percorso trionfalistico questa e stata la critica mossa dai microstorici sono stati dimenticati i contributi di molte culture minori di gruppi umani e singolarita di vario genere che non hanno partecipato in modo diretto ai grandi eventi storici sopra elencati A partire dagli anni Settanta sono comparse centinaia di ricerche microstoriche ma indubbiamente il piu importante riferimento bibliografico e Il formaggio e i vermi scritto e pubblicato nel 1976 da Carlo Ginzburg La New Cultural History Universita della California Berkeley Con il termine nuova storia culturale si intende un preciso filone di studi iniziato nella seconda meta del XX secolo che ha sviluppato e approfondito le innovazioni che gli storici culturali ottocenteschi e primo novecenteschi avevano introdotto L espressione nuova storia culturale New Cultural History da cui l acronimo NCH e entrata in uso alla fine degli anni ottanta Era il titolo di un libro destinato a grande notorieta pubblicato nel 1989 dalla storica americana Lynn Hunt che raccoglieva i contributi forniti da vari studiosi ad un incontro tenutosi due anni prima a Berkeley presso l Universita della California sul tema La storia della Francia testi e cultura Questo settore di studio ha vissuto una crescita spedita a partire dagli anni settanta Il numero degli storici che si sono dichiarati culturalisti e aumentato in maniera considerevole sviluppandosi a spese di altre discipline storiche come la storia sociale e la storia economica Tra il 1992 e il 2006 il numero di storici identificati nella categoria della storia sociale e diminuito del 60 per cento mentre il numero di quanti si riconoscono nella cosiddetta storia culturale e aumentato del 78 per cento Nel 2008 e stata inoltre fondata ufficialmente la International Society for Cultural History con lo scopo di coordinare a livello sovranazionale le molte ricerche nate in grembo a questa disciplina Storia globale Lo stesso argomento in dettaglio Storia globale La storia globale analizza eventi fenomeni e processi storici su scala mondiale Questo approccio supera i confini tradizionali della storiografia nazionale cercando di comprendere le interconnessioni e le influenze reciproche tra diverse regioni del mondo La disciplina e emersa nel tardo XX secolo come risposta alla crescente globalizzazione e alla necessita di riconsiderare i paradigmi storici tradizionali Essa pone al centro dello studio temi come le migrazioni il commercio la diffusione di idee e tecnologie e l impatto ambientale su scala planetaria La storia globale e complementare ad altri approcci di studio quali la storia universale la storia ambientale e la storia comparata che pure tendono a superare l ottica nazionale tradizionale della storiografia Note In basso un medaglione con un rilievo di Tolomeo I Sotere come garante dell obiettivita dipinto ad olio di 1754 Storiografia Definizione e significato di storiografia Dizionario italiano Corriere it su dizionari corriere it URL consultato il 6 settembre 2021 storiografia nell Enciclopedia Treccani su treccani it URL consultato il 6 settembre 2021 storiografia in Vocabolario Treccani su treccani it URL consultato il 6 settembre 2021 Enciclopedia Italiana Treccani alla voce corrispondente Marc Bloch L apologia della storia o mestiere di storico Einaudi Torino 1998 Gavino Musio Storia e antropologia storica dalla storia delle culture alla culturologia Armando Editore 1993 p 41 ISBN 9788871443539 Rolando Dondarini Materiali di metodologia della ricerca storica sito docente Universita di Bologna Rolando Dondarini Per entrare nella Storia Bologna CLUEB 1999 V Ardone M Autieri R Calvino N Malandrino A Riccardi Discipline letterarie Maggioli editore 2016 questa pagina Pietro Corrao Paolo Viola Introduzione agli studi di Storia Donzelli editore 2005 pp 10 12 52 ISBN 9788879899253 Rolando Dondarini L albero del tempo Bologna Patron 2007 Prodi Introduzione allo studio della storia moderna p 102 Cfr spec G TOFFANIN Machiavelli e il Tacitismo la politica storica al tempo della Controriforma Padova 1921 LORENZO DUCCI Ars historica Ferrariae 1604 pp 96 e 168 Walter Binni I classici italiani nella storia della critica Da Dante al Marino Nuova Italia 1970 pp 492 493 Centro piombinese di studi storici Ricerche storiche Volume 29 ed L Olschki 1999 P Bayle Dizionario storico e critico in Societa filosofica italiana Rivista di filosofia Volume 46 Taylor editore 1955 Voltaire Saggio sui costumi Andrea Tagliapietra Che cos e l illuminismo i testi e la genealogia del concetto Pearson Italia S p a 1997 p 65 Traniello Storia Contemporanea Torino Sei 1989 p 32 Adolfo Omodeo Introduzione a G Mazzini Scritti scelti Edizioni scolastiche Mondadori Milano 1952 p 6 G Verucci La restaurazione in Storia delle idee politiche a cura di L Firpo Torino UTET 1973 A Omodeo Introduzione a G Mazzini Scritti scelti Milano 1934 Adolfo Omodeo L eta del Risorgimento italiano Napoli 1955 Traniello op cit p 36 Ivi p 38 Burckhardt La civilta del Rinascimento in Italia Firenze 1953 K Marx F Engels L ideologia tedesca Editori Riuniti Roma 1967 p 17 EN Social 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